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mercoledì 8 aprile 2020

La generosa donna dagli occhi di ghiaccio

Da giorni inseguivo una donna bellissima che avevo incrociato per caso al “Frazicone”, un ristorantino tipico di Gruttelfrud, la ridente città del nord Yuya.

L’avevo vista alla cassa mentre si accingeva a saldare il suo conto. Aveva mangiato da sola, un primo piatto e un po’ d’insalata. Ci eravamo incrociati con lo sguardo per un solo istante, eppure…  Il ricordo di quegli occhi… Proprio occhi di ghiaccio! Quella donna mi aveva segnato. 

Passò molto tempo e ormai stavo perdendo la speranza di rivederla, almeno a Gruttelfrud. Qualcuno  mi aveva detto d’averla vista partire in autobus e niente di più. Peccato!

Due settimane più tardi, il miracolo.

Mi ero spostato a Sdeyuston Swer Munchen Town, ad est di Iup e anche lì stavo cercando di scegliere un posticino dove placare il languore di mezzogiorno quando… eccola! Eccola apparire di nuovo ed entrare nel locale che poco dopo, ovviamente, anch’io avrei scelto. La guardai per tutto il pranzo ma senza gli effetti sperati. Lei non mi guardò. A fine pasto si alzò subito in piedi, prese le sue cose dal tavolo ed indossò il soprabito. Io invece rivolsi il mio broncio deluso alla punta delle scarpe cercando di ricordare come si fa a far finta di niente. Quando risollevai lo sguardo lei era proprio di fronte a me. Mi guardava fisso. Mi paralizzò con quella figura e soprattutto con quegli occhi. Lei percepì l’estasi e sorrise.

- Cos’hai da guardare tanto, eh?

Più che domandare ammonì, in tal modo.

- Beh… Credo… I suoi occhi signora … I suoi occhi sono…

- Sono?

Immediatamente mi sentii il viso in fiamme, volevo sparire, tuttavia continuai a guardarla e a balbettare qualcosa tentando di fornire un senso alle parole.

- Non lo so come sono… Bellissimi è troppo banale... Vorrei...  Vorrei poterli avere sempre qui, dinanzi ai miei, mi creda…

Avvertii un chiaro senso di caduta libera e il sudore freddo sulla fronte, mi preparavo alla chiusa dolente, invece...

- Beh, per così poco!

Asserì lei. Poi, in assoluta scioltezza e senza traumi, si asportò gli occhi dalle orbite e li offrì entrambi deponendoli delicatamente nella mia mano.

- Prego! Sono tuoi!

E si avviò lesta verso l’uscita.

“E questa a chi la racconto?” realizzavo nella testa mentre, intanto, avvertivo una chiara sensazione di bagnato nel palmo della mano impegnata dall’insolito dono.

“Che occhi!” aggiunsi constatando che ormai il mio palmo caldo tratteneva soltanto un poco d’acqua di un leggero colore celeste che si andava disperdendo tra le dita verso il pavimento.

La vidi uscire dal locale e poi mai più. 

Che donna!

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