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giovedì 9 aprile 2020

Il carismatico Zeth

Sul sentiero di Sawintong Siushi Yama m’imbattei nel Carismatico Zeth. Da tempo cercavo di contattarlo perché illuminasse certi miei dubbi di fondo riguardo alla politica.

In quei giorni meditavo sull’opportunità di accettare una proposta di candidatura da parte di un grande partito politico. Il Maestro Zeth era molto anziano, tuttavia negli occhi manteneva ancora percettibile quella luce speciale, quella che demarca il campo tra uomo qualunque, normale, e uomo carismatico. Mi avvicinai a lui mentre cercava con lo sguardo un posto in cui sedere. Poi me lo indicò, e insieme ci avviammo per una trentina di metri verso il bosco. Zeth si fermò sotto un piccolo Ughurrujo, un albero particolare molto simile alla palma e dal frutto squisito e nutriente. Ero lì per fargli la prima domanda, che lui mi anticipò.

- Conosci questa pianta? - sussurrò nella mia lingua e per il mio stupore.

Negli ultimi giorni avevo fatto il possibile per rinfrescare il mio inglese pigro e disgraziato. La sorpresa mi fece annuire, nonostante ignorassi l’Ughurrujo.

E lui continuò: 

- Allora saprai della particolare conformazione. L’ Ughurrujo è una pianta atipica perché la sua struttura si presenta come se fosse la combinazione naturale di due piante diverse.

Io accesi una sigaretta per concentrarmi meglio, nel senso che, tenendo una mano impegnata e un’azione da svolgere ogni tanto, mi sarei sentito meno imbarazzato.

- Nella metà destra del tronco dell’albero la linfa sale verso le fronde e i frutti. Nell’altra metà essa ridiscende fino alle radici e poi alla terra circostante in forma pura e gelatinosa, una gelatina naturale che immediatamente cattura nuove sostanze per tornare in circolazione e nutrire ancora la pianta.

Cominciava a piacermi.

Proseguì: 

- Ovviamente, tutto quanto accade qui dentro… - e bussò sul tronco - è giusto che accada,  eppure…

Improvvisamente si levò, estrasse una spada e colpì l’albero dall’alto in basso dividendone il tronco in due parti perfettamente simmetriche.

- Ecco! Guarda!

Mi avvicinai un po’ per vedere meglio.

- Vedi? È straordinario no? Le due parti del tronco non comunicano in nessun punto se non in questo piccolo nodo qui in alto.

E ne indicò la metà recisa a destra.

Io ebbi il primo dubbio e lo esternai: - Ma adesso morirà?

- Sbagliato! Lo strappo alla vita fa un taglio netto orizzontale. In tal modo invece, le due metà si adatteranno al meglio. In un paio di mesi al massimo la metà di sinistra acquisirà una leggera attitudine a far salire un po' di linfa e viceversa, quest’altra imparerà a farla tornare a terra sotto forma di gelatina assorbente. La risposta esatta è che vivranno entrambe le metà, solo che ognuna di esse sarà altro che un Ughurrujo e non vi sarà più frutto. Ciò che è giusto è l’unità. Ciò che la divide verticalmente e che pare un effetto, in realtà è una causa, molto comune e tuttavia ancora sfuggente.

“Ci siamo!” pensai. E Zeth continuò: -… cosicchè, quando si sceglie di sostenere la metà di destra, si sostiene la metà del giusto che punta verso su. Viceversa per la sinistra. Opposte necessità ma con pari dignità. Il fatto dell’andar su o giù non vuol dire meglio o peggio.

- Necessità avete detto?

- Certamente. Il giusto unitario non la sfiora neppure. Non ne contiene proprio la nozione. Essa, la necessità, si genera con la spada. Opposte necessità generano strade opposte.

- Ma cosa volete dirmi? Forse che starsene al centro, in una zona moderata insomma… quella è la via?

- Non sei stato troppo attento, allora!

Forse arrossii un po’ e lui sorrise per aiutarmi.

- Ti ho detto che la distanza fra le due metà del tronco l’ho causata io. Prima non c’era. Prima c’era l’unità. Non bisogna confondere le cose poiché anche la distanza tra due necessità ha un nome.

- E qual è?

- L’opportunità. Un concetto di privilegio poiché essa ha due sponde, cioè confina con due necessità opposte. Quando senti parlare gruppi di uomini di idee opposte ti pare sempre di non capire dove sia il giusto poiché a turno le ragioni compaiono in questa e nell’altra direzione. Spesso, a seguito di questa intuizione si può scegliere una via di opportunità. È tutto molto umano, no?

- Sì, Maestro ma …  come avete fatto a capire che io volevo domandarvi di politica se non vi ho detto niente?

La sua espressione rivelò un certo stupore.

- Io non l’ho capito affatto. Credevo che ti incuriosisse l’albero, l’Ughurrujo. Beh, comunque, come può constatare, ognuno di noi vede le cose per come è necessario. Piccola, debole, fragile umanità! E’ stato un piacere.

- L’onore è tutto mio, grazie Maestro.

Infilò la spada nella guaina lavorata a mano e se ne andò.

Detti un’occhiata in giro e notai che tutt’intorno vi erano Ughurrujo pieni di frutti. Sentii giusto mangiarne in onore del sacrificio di quell’albero, reciso a causa di una mia necessità. Ne mangiai fino a star male. 

Il giorno dopo raccontai la mia esperienza ai dirigenti del partito e... loro mi hanno cacciato.

4 commenti:

  1. Mi dispiace che i dirigenti non vedono la distanza tra le diverse necessità loro... non vedono l'opportunità in te.

    Viva Gribb

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  2. Stesso giudizio che ho espresso per l'altra opera. Devo solo aggiungere che tutti e due i racconti sono innervati da una sottile ironia che li rende, se possibile, ancora più completi.

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