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mercoledì 15 aprile 2020

Nowadays (Cronachetta del Belpaese e oltre)

Mi capita di rovistare nel Cestino del PC almeno una volta al mese. Solitamente non lo svuoto se non dopo averne riletto i contenuti. Qualche volta, tra le lettere, gli articoli bocciati e quelli censurati, tra gli appunti mai conclusi e tra i titoli mai utilizzati, ho trovato ispirazione e argomenti interessanti da adottare. Infine, il Cestino si svuota, ovviamente, il PC necessita di memoria larga e rinnovata.

Ci sono degli scritti che conservo per mesi, qualcuno perfino per anni, in quel portacarte virtuale che ogni tanto nasconde un'idea maturata col tempo, come dire, divenuta oggi di attualità e che, solo un paio d’anni prima, rappresentava una mera ipotesi azzardata su un futuro non accora acclarato. Beh, ammetto che diffido dei nuovi profeti, quelli che azzardano l'idea prima del tempo. Io faccio la cronaca dei fatti. I fatti devi vederli e, successivamente, sottoporli a descrizioni ed analisi oggettive. La suddetta regola vale tassativamente anche sul mio giornale “leggero”. Oggi ci si muove sulla cronaca nera e rosa. Si tratta di furti e di rapine, di omicidi, di stupri e quant’altro la crisi globale partorisca. Infine, gossip e pettegolezzi vari. Il giornale va bene, non mi posso lamentare e i miei cronisti lavorano a pieno ritmo.
A gennaio di due anni fa mi capitò di ricevere una email anonima che titolava : “Lettera di uno scrivente che soffre di un disturbo cronico della concentrazione, della memoria e di altro”. Datava 12 gennaio 2018. È rimasta nel cestino fino alle otto e quarantacinque di oggi. Per più di due anni l'avevo letta e riletta. Non ho mai avvertito la convinzione di eliminarla, anzi, man mano che la lettera invecchiava la trovavo interessante piuttosto che delirante come precedentemente appariva. Oggi mi ha folgorato. Eccola! Ve la presento: 

“Carissimi lettori, oggi il Premier di turno fa la conta a Roma. Gli altri hanno fatto la conta una settimana fa. Fonzarelli coglie l'occasione per stare un po' in silenzio. In senso politico è pura strategia. Quindi non serve a nessuno! Contemporaneamente ... Marcello Dondinelli medita di risolvere qualcosa. Rita e Giordano non sanno più a cosa devono rinunciare per i propri figli. Giacomo ha quattro anni, Luca due e Rosa ha solo tre mesi.

Gilberto guarda i telegiornali dalla mattina alla sera e non capisce come mai tutti possano avere ragione. Un suo amico gli consiglia di non guardarli. Don Mario, prete cristiano esemplare, prega e piange tutti i giorni. Un giovane lo ha toccato al cuore durante una confessione: “Perchè i cristiani permettono che questo accada?”, aveva domandato il ragazzo. E lui, Don Mario, si è messo a piangere come un bambino. Una suora laica di sinistra dice ad una fedele: “Ci vorrebbe un gesto eclatante!”. E l'altra: “Un gesto politico?”. “No, no! Nessun altro gesto politico occorre. Penso a qualcosa tipo: il Papa che scende in piazza, si siede per terra e inizia lo sciopero della fame e della sete”...Martino, consigliere comunale, dice: “Il terremoto dell'Aquila ci unì tutti. Poi ci ha divisi. Pazzesco!”... Nel nome delle istituzioni si ingenera il veleno e la guerra dei poveri sarà come l'inferno. Più su, nel Limbo più volgare della storia della nazione, le nostre Guide giocano a Risiko sullo stivale. Nessuno di loro va a comprare un chilo di fettine di vitellone “pacco famiglia”, quelle un po' più dure e grassette; né un litro di latte o una pagnotta. Nessuno di loro sopporta le file all'INPS per accedere a un sussidio di duecentotrentadue euro al mese per sei mesi. Rita e Giordano sono già al quinto mese. Marcello Dondinelli ha deciso cosa fare... C'è un credibile profeta moderno nel paese dei Balocchi, in una zona montana, che ha realizzato una macchina straordinaria investendo tutti i suoi risparmi. È una macchina della verità diversa da tutte le altre. Avviando la macchina si ottiene un risposta via fax al seguente numero 0012 200 200 200... Aldo ha detto in tv che siamo un popolo di ignoranti, che la vera “bestia” si chiama “ignoranza”. È stato subito cacciato dal Pianeta e spedito sulla luna, condannato a parlare con Rina, la propria ombra. Così si chiama la sua ombra. Ora Aldo e Rina guardano il Mondo da lassù e dicono: “È ridicolo! Tutto questo spreco di spazio per un pugno di umani autolesionisti!”... Tutti noi, che sappiamo cosa significhi, vorremmo salvare questo bellissimo pianeta mentre siamo ancora in tempo. Chico, in Amazzonia, ha visioni e idee diverse. “Che peccato! Dovremmo impacchettarlo quel Chico, con la sua famiglia e tutta quella gente lì e spedire sulla Luna pure loro!”. Così vanno le cose per chi non può decidere un ceppo. “In questo modo si rallenta tutto! Aiutiamoli a casa loro!” Dice un razzista qualunque. “No, si possono prendere le decisioni più giuste e basta!” Replica un bravuomo che presto morirà per un incidente di percorso lasciando prematuramente sua moglie, ancora inconsolabile e due figli piccoli. Al numero 0012 200 200 200 arriva il fax. Rita e Giordano decidono di rinunciare al dentista e smettono improvvisamente di masticare le polpette. Ora le ingoiano intere e nessuno osi pensare che mangino polpette di carne. No! Niente carne nelle polpette! Il dentista chiude i battenti a causa delle numerose rinunce e, dal canto suo, rinuncia alle vacanze invernali a Cortina. A Cortina due ristoratori rinunciano a quattro camerieri, un aiuto cuoco, due inservienti e un operaio part-time. A Lunghezza viene assunto un giovane senegalese con contratto stagionale “in nero”. Ad assumerlo è il titolare di un grande albergo per ex dentisti. Tra il personale c’è pure un bravo consulente che elargisce consigli e tenta di convincere i dentisti a praticare la professione gratuitamente a favore degli indigenti, quelli che ingoiano le polpette senza carne intere e che, da molto tempo, stentano a fare “la cacca” con regolarità. Ora, tutti quegli “intasati” intasano gli studi del gastroenterologo, gli ospedali e tutto il sistema sanitario nazionale. Per i depressi, una foltissima schiera generata dal comune senso d’impotenza, la Mensa del Popolo prepara coda alla vaccinara tutti i giorni! Così cessano di alimentare pessimismo e zanzare. Così cessano di rallentare i processi globali di tutti coloro che, ancora oggi e nonostante tutto, perseverano credendo di essere immortali. E forse lo sono davvero! Gianfranco è un muratore pensante: - Se investissimo tutto il “gruzzolo” sulla cultura e l'educazione, forse, tra una trentina d’anni, avremmo una buona generazione di ragazzi e una vera classe dirigente! Ma è solo un pensiero che vola fin lassù, sulla luna, dove Aldo e Rina si amano e pensano a una famiglia. Trattengono quel pensiero e lo conservano insieme a tanti altri. Vogliono una famiglia piena di pensieri e di progetti. “Laggiù la famiglia è una croce!”, sostengono convinti, “Tutti inchiodati perbenino, grandi e piccini”. Attenzione! Lo scrivente soffre di un disturbo cronico della concentrazione, della memoria e di altro. Detto disturbo è dovuto alla pratica dell'attenzione quotidiana verso le problematiche più urgenti che non si risolvono mai. Questa pratica produce un forte stress che, prima o poi, diventa ingovernabile. Sento che si avvicina una crisi. Generalmente produce l'irresistibile desiderio di sdraiarsi da qualche parte, socchiudere gli occhi e annullarsi. I pensieri vanno in pressione. Ora rinuncio e aspetto te, ma tu non arrivi mai! Intanto, il buon don Mario, nella sua profonda solitudine, prega e piange. È confuso, non capisce perchè Madre Chiesa non batta con forza i pugni sui marmi. “Schieriamoci!”, supplica il prete. “È un dovere cristiano! Di tutti i cristiani! Siamo tutti, in tutto, responsabili per tutti!”. Una folata di vento rovescia quelle parole sul parabrezza della macchina di un passante. Le parole rimbalzano fin sulla vetrina del Caffè Mazzuoli e quindi risalgono verso piazza San Giovanni. Giunte sul luogo della manifestazione, inesorabilmente, si mescolano ad altre parole che poi muoiono,  finiscono lì, a fare da base agli slogan. Proprio mentre un buon uomo rimesso in croce ripete: “Eloì, Eloì, lemà sabactàni?”. Ormai, da più di duemila anni attende un segno coerente dell’umanità, prima di reclinare ancora una volta il capo. Rita e Giordano finisco nelle fauci dello strozzino. Gilberto legge tutti i giornali che può e non capisce perchè tutti abbiano sempre ragione. Marcello Dondinelli penzola dall'albero del suo giardino. Lo ha scoperto sua moglie mentre i due figli erano ancora a scuola. Prima di togliersi la vita era passato agli uffici del Centro per l'Impiego, luogo oscuro in cui aveva trascorso gli ultimi sei mesi di disoccupazione e di debiti rimbalzando da uno sportello all'altro senza esito. È passato lì con una pistola e due caricatori. Ha ucciso cinque dipendenti e ne ha feriti una decina. “Ho creato posti di lavoro!” Aveva scritto su un biglietto prima di impiccarsi, perchè aveva finito le munizioni. Qui, ora, è veramente difficile reggere e tenere ancora il passo. Distogliere il pensiero è l’impossibile! Mentre mi coglie il primo chiaro sintomo della prossima crisi, qualcuno annuncia il titolo del testo del fax che recita così: l’unica soluzione possibile è La Grande Paura Globale. Ed è solo il titolo. Si attende il testo per intero. “Ma stai zitto che porti male!”, urla rabbioso l'assessore che poi aggiunge: “Sono i magistrati, è tutta colpa dei magistrati! Sono loro. Eccoli! Li vedo che avanzano!”. Questo si legge dalla  trascrizione dell'intercettazione telepatica dell'ultimo incubo mediatico. “No! La responsabilità è tutta della politica!”, replicano decisamente i togati. “È tutta colpa della suora laica di sinistra!”, aggiunge ancora l'assessore nel disperato tentativo di sviare. “Ma io non sono un magistrato!”, asserisce la suora laica di sinistra. Su un sito web esce una notizia: le forze di governo scendono in piazza e gridano slogan contro l'opposizione. Ma cosa sta succedendo? Il Papa, in piazza, ancora non si vede. Sta resistendo con tutte le sue forze all’opposizione interna e non trova mai il tempo giusto per iniziare lo sciopero della fame. Mentre don Mario elabora che, ormai, siamo vicini a pagare un grande scotto per il persistente, insopportabile peccato di presunzione umana e non solo nel proprio territorio nazionale: “La natura reagirà pesantemente... Siamo già tutti zombie!... E per i morti viventi c’è solo una speranza: la Resurrezione!”. Ricomincia a piangere consapevolmente e, sussurrando al cielo, aggiunge: “Chi sarà in grado di risorgere dovrà sostenere e guidare tutti gli altri inconsapevoli fratelli! É l’unica via! E non sarà affatto indolore. Signore aiutaci!”. Finalmente, sottolineo finalmente, si decide di divulgare il testo integrale del fax, la cronaca di una visione con i verbi al passato, un flebile segnale di ottimismo: le piazze e le strade del mondo erano vuote. Nessuno in giro, solo una grande paura. Tutti si aiutavano a “casa loro”! Dopo poco più di un mese (verificare per credere), dall’India si potevano già rivedere le cime dell’ Himalaya di nuovo abbracciate al cielo chiaro, in perfetto silenzio. Il silenzio assordante di tutti i morti in solitudine che il Cassiere aveva scritto sul conto, incluso anche il buon uomo della croce. In quell’abbraccio era scritto tutto... Ora ... Scusatemi per cortesia! Mi coglie il primo vero attacco della crisi. Cari lettori, chiedo ancora scusa, ma devo fermarmi e attendere tempi migliori per riprendere. Cordialmente, uno scrivente anonimo”...

La pubblico immediatamente!

Non svuoterò mai più il Cestino se non dopo averne “salvato” il contenuto altrove. Infine andrò dal mio editore a presentare le dimissioni.

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