L’appuntamento.
Lei si aggirava per le vie della periferia di Wahra, ben coperta, come si conviene quando la temperatura non supera lo zero. Tutta avvolta nel suo manto scuro che spesso la confondevo con la propria ombra. I suoi passi erano lenti ma sicuri. Io la seguivo a distanza, la spiavo mentre attraversava il quartiere Crewttom, tra i cocci delle bottiglie rotte. Lungo la via, negli angoli più riparati dalla tramontana, incrociava i senzatetto, i vagabondi infreddoliti e accartocciati sotto i propri stracci e i cartoni.
- Un fumatore incallito, ansioso ma puntuale.
A momenti mi stende, quella voce cavernosa che mi coglie alle spalle.
- Io sono pronta signore, tutta per lei, ma dobbiamo fare in fretta, non ho molto tempo.
Spensi la sigaretta col piede ma con un insolito movimento sussultorio di tutta la gamba, che muovevo involontariamente e non certo per il freddo.
- Ha paura forse ?
- Beh, un po’ sì ...- ammisi, offrendole un’espressione da fesso.
Mi misi a cercare il mio piccolo registratore; ci impiegai un po’ prima di ritrovarlo tra le numerose cianfrusaglie che solitamente tenevo nelle tasche del cappotto.
- Non male le sue scarpe.
Mi disse fornendo così un’anima alla coincidenza.
- Beh... Sì, a me piacciono molto, sono anche comode e calde. Sa, con questo freddo... Che ne dice di cominciare a rispondere a qualche domanda?
Fece di sì col capo, con due soli movimenti. Avanti e indietro, avanti e indietro.
- Perché prima mi ha chiesto se avessi paura?
E spostai il registratore verso di lei.
- Perché bisognava pur iniziare da qualche parte. Iniziare con una banalità è conveniente in questi casi.
- Qualcuno ha mai risposto “no” a quella domanda ?
- Mai! Se faccio la domanda è solo per sentir dire di sì. Mi fa bene.
- In cosa consiste di preciso il suo... lavoro? Insomma, lei se ne va in giro per la città così, a zonzo oppure ...
- Mi scusi se la interrompo ma la sua domanda rischia di diventare stupida. Io a zonzo? Non vorrà farmi ridere adesso?
- Le domando scusa.
- Scusato.
- Sono emozionato, ammetto.
- Diciamo che talvolta posso essere fraintesa, per esempio quando accade che qualcuno venga da me per un errore, una distrazione propria o di terzi, una ... debolezza. Ma non dipende dalla sottoscritta. Io so dove farmi trovare anche in quei casi lì. Ma a zonzo, no! Mai!
- Bene. Allora mi conceda di riformulare la domanda precedente. Io intendevo dire ... Perché se ne va in giro... Così? Nel senso che ... Io non capisco se sia per farsi notare oppure no. Vede, poco fa ho avuto l’impressione che altri non l’abbiano notata affatto ... Ma forse è solo una visione personale ed errata. Insomma ... Prima, vicino alla cattedrale io ...
- Lei! Mi dica! Lei mi vede?
- Certo che sì !
- E questo solo conta.“Poco importa che sia bello o brutto, se nessuno ti vuol vedere, non ti vede nessuno”.
- Porca miseria !
- Cosa?
- Quelle parole... Io le conosco, sono parole di ...
- Di chi ?
- No, niente, un mio amico dice così . Molto spesso. Che singolare coincidenza!
- Coincidenza dice lei ... Io dico che coincidenza è una parola abusata. Tuttavia non è una stupidaggine! Intendo che se il suo amico dice queste cose, lui non dice stupidaggini.
- No. É persona molto acuta il mio amico, glielo assicuro.
- Bene, allora, per concludere ...
- Di già?
- Sì, purtroppo il mio tempo è scaduto. Tra poco avrei qualcosa da fare. Ma prima vorrei lasciarle un suggerimento. Lei si dovrebbe ricordare ogni giorno di questo momento. Di avermi vista, intendo. Le gioverà. Lei godrà più di coloro che fanno finta di non vedermi, di non sentirmi e che nascondono la mia esistenza nell’oblio alimentando chimere in luogo di speranza.
- Grazie, ricorderò. Mi dica un’ultima cosa però! Per cortesia ...
- L’ultima.
- C’è davvero una speranza?
- Mi dica, lei al mio posto risponderebbe di no?
Rimasi impietrito per un attimo. Poi scossi il capo.
- Che cosa ricorda lei prima della sua nascita?- aggiunse con sconcertante sicurezza.
- Niente!
- Eppure, anche a quei tempi, lei non era ... niente, no?
E così dicendo scattò in avanti con un vero guizzo felino e mi spinse via con una forza inaudita. In quell’istante, e solo per quell’istante, riuscii ad intravedere il suo volto ... Non potrei mai descriverlo però.
- Come vede, anche i fiori possono fare molto male. Ho accettato di incontrarla solo per lavoro. Per fare conoscenza. Cosa da privilegiati. Non dimentichi, mi raccomando. Adesso con lei avrei davvero finito.
Tanto mi disse prima di imboccare il vecchio cancello aperto del numero 23 per sparire nel buio dell’immenso cortile che, a sua volta, forniva l’unico accesso al famoso stabilimento Croc, un’azienda di pelati in lattina divenuta rifugio notturno per decine di vagabondi.
- Cos’è successo ?
- Un barbone di quelli che stanno lì dentro... Si è ucciso. Una guardia notturna lo ha trovato penzoloni. Si è impiccato.
Accese dal mio accendino e tirò con gusto.
- Povero Cristo!
Aggiunsi per pietà dello sventurato.
- Ehi, lei! Dove crede di andare ?
- Fermate quell’uomo!
Giunsi a fatica in prossimità della vittima e purtroppo vi trovai la spietata conferma.
- Lei lo conosceva?
In quel preciso istante i miei nervi tremarono e mi indussero in un pianto liberatorio.
- Forse è il caso che lei ci raggiunga in centrale, dovrei farle qualche domanda.
Subito feci per seguirlo, ma quello mi fermò con garbo.
- Non è necessario che venga ora. Ci raggiunga domani.
Ritrovai miracolosamente la forza di parlare, seppure a singhiozzi.
- Domani?... Va bene, domani ... Che bella parola “domani”!
Leggerti ora e come ritrovare un amico che non si vede da tanto tempo. Proprio ora, c'e bisogno di uno scambio di idee, opinioni, emozioni e prospettive e il tuo racconto e tutto ciò! E bello rivederti, aspetterò il prossimo incontro.
RispondiEliminaCarissima, mi lasci senza parole. Mi hai fatto emozionare e per questo sono riuscito a dare un senso a quello che faccio. Grazie. E' bello rivederti! Vale anche per me. Ti abbraccio forte da lontano.
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