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mercoledì 8 aprile 2020

San Rocco


Giunsi sulla sponda destra della piscina, dove riposava il Maestro Gh. Mi avevano detto che lo avrei trovato proprio lì a quell’ora.

- Scusate, Maestro!

E mi proposi porgendo la destra.

- Sono stato puntuale, non mi succedeva più da tanti anni. È merito vostro, Maestro! Questo volevo dire…

- Vieni! Avvicinati! - Suggerì Gh rompendo il mio indugio - Ma tu non volevi dirmi questa cosa. Dai! Siedi qui vicino e dimmik.

- Come avete detto?

- Ho detto: siedi qui vicino e dimmik!

- Dimmik?

- Certo, perché tu come dici?

- Io dico “dimmi”.

- Ecco! Dimmik. E io che avrei detto? Dimmik!

In quel preciso istante intuii che probabilmente non si rendeva conto della differenza tra le due parole, che si trattava di un problema, insomma. Un piccolo difetto. Insolito però.

Me ne tornai sul vero problema.

- Avete ragione, Maestro. Io volevo dirvi altro…

- E allora dimmik!

- Un miracolo, Maestro… Sono stato testimone di un miracolo di... San Rocco.

- Uh, allora sei il ventesimo testimone di un miracolo di San Rocco per oggi.

- Il ventesimo?

- Già. Il ventesimo. Ma vai avanti. Dimmik!

- Ma voi dite il ventesimo testimone dello stesso miracolo?

- E come faccio a dirlo se tu ancora non racconti niente?

- Avete ragione, scusatemi!

- No problem! Dimmik!

- Ecco, io ho pregato San Rocco di intercedere affinché mia figlia tornasse in sé e… miracolo! Proprio l'altra sera, all’ora della cena, è tornata di corsa per dirmi: “Papà! Ho conosciuto un ragazzo stupendo. Si chiama Gimmi! E’ australiano. Mi piace. Non ceno in casa stasera. Esco con lui, si va a mangiare una pizza dal Cileno…”

- Dal Cileno?

Domandò incredulo il Maestro.

- È proprio quello che le ho chiesto, Maestro. E lei fa: “ Sì certo, almeno lì staremo un poco in pace, tranquilli. Dal Cileno non va mai nessuno. Potremo parlarci a lungo e tenerci per mano… Mi piace!”. Questo mi ha detto Meriggess, la mia figliola prediletta. Erano anni che non manifestava più interessi. È proprio un miracolo! Maestro, ho assistito a un grandissimo miracolo di San Rocco.

- Beh, non esagerare…

- Perché dite questo? Non lo ritenete un grandissimo miracolo?

- Tu hai assistito solo alla coda di un grandissimo miracolo. Non al grandissimo miracolo. A questo è impossibile testimoniare da soli. Crederlo è presunzione!

Cominciavo a non comprendere.

- Non comprendo - asserii.

Il Maestro respirò profondamente. Poi si concentrò:

- Vedi. Tu sapevi che Gimmi è il nipote di Frenchi, il vecchio Frenchi che tornò ricco proprio dall’Australia vent’anni fa?

- No, ignoravo, Maestro.

- Bene, Frenchi è morto due giorni fa.

- Oh, questo mi dispiace.

- Io sono andato a visitarlo, il povero ricco Frenchi.

- Povero perché?

- Ma perchè è morto!

- Ovviamente… Chiedo scusa.

- Bene… Sono andato, dicevo, e quando l’ho incontrato non aveva un bell’aspetto. Certo, si vedeva che stava male. Frenchi mi ha detto: “Maestro Gh,  sapete cosa sto facendo in questo momento, io  che sono sempre stato un miscredente?” E io: “No Frenchi caro, dimmik!”

- Anche a lui avete detto così?

- Certo. Perché no?

- E Frenchi non ha obiettato nulla?

- Nulla. Anzi, ha aggiunto: “Maestro, io, il miscredente, io sto pregando. Sto pregando San Rocco, il nostro santo patrono, affinché almeno la mia morte serva a qualcosa!”. Poi ha concluso: “Ciao Maè’! Statev bbuon!”. Ed è andato.

- Porca miseria! Povero ricco Frenchi davvero! Chi l’avrebbe mai detto...

- Precisamente, poi cos’è successo… Sai di Medba la bavosa?

- Sì, la pettegola!

- Bravo! Il resto l’ho appreso da lei ieri sera. Quando è venuta a farmi visita. Sai come fa, no?

- Sì lo so, non si trattiene e racconta tutto.

- Bene. Mi diceva che Gimmi, il giovane australiano nipote di Frenchi, avrebbe dovuto prendere l’aereo proprio il giorno della morte del povero ricco zio, per fare ritorno in patria, la sua ovviamente.

- Quindi?

- Quindi, a soli cinque chilometri dall’aeroporto, il suo taxi fora un pneumatico. Gimmi perde l’aereo. Aspetta sulla strada e ferma un altro taxi per tentare l'imbarco su un volo successivo. Frida, cognata prediletta, è corsa da Frenchi che questi era appena  andato. Anch'io ero lì, come sai.           
Frida, unica  persona  a possedere il numero del  telefono di Gimmi, decide  di  chiamarlo seppure convinta che non lo avrebbe trovato perchè già partito. Capisci? Soltanto lei avrebbe potuto chiamarlo. Gimmi stava per imbarcarsi su un altro aereo quando ha ricevuto la brutta notizia dalla zia Frida e presto avrebbe spento il suo telefono…
Il bravo  giovanotto è subito tornato indietro dal suo amato zio per l'estremo saluto. Pare, tra l’altro, che gli spetti un discreto gruzzolo dell’eredità, ragion per cui si è dovuto fermare ulteriormente, ancora  per due settimane.  Ecco perché  Gimmi ha incontrato la tua figliola… Eccetera, eccetera, eccetera…

- Non ci posso credere…

- Ma hai capito?… Tutto questo e milioni di trame ancora sono il grandissimo miracolo di San Rocco.

- Sì, sì… Credo d’aver capito quel che volete dirmi Maestro. Ora ne sono convinto… E poi?

- Poi... La cosa più bella è proprio che quando si capisce questo meraviglioso intreccio miracoloso…  beh, questa pare davvero una leggenda … dunque, quando si ha chiaro questo, si narra che il Santo lasci a quel nuovo convinto devoto un suo personalissimo segno…

- Quale?

- Beh, non lo so... Io questo non lo so proprio, così si dice ma io non lo so...

E a questo punto il maestro Gh prese a sorridere pur senza perdere il chiaro contegno e poi si allontanò salutandomi con la mano.

Dopo un po’ mi avviai.

Ovviamente, mi misi a cercare segni qua e là lungo la via del ritorno. Mi sembrò di non averne trovati, eppure ero fermo nella convinzione di aver ben inteso la lezione di Gh. Avevo colto l'essenza di quell'intreccio miracoloso e tratto un enorme beneficio, pur avendo assistito solo a una piccola grande parte, la “coda” di un grandissimo miracolo di San Rocco. Tornato a casa vegliai fino alle tre di notte aspettando il rientro di Meriggess, era uscita con Gimmi. Non vedevo l’ora di riabbracciare la mia creatura, salva finalmente dalle sue orribili crisi e dalla totale assenza di autostima, grazie a San Rocco! Meriggess rientrò in punta di piedi e al buio. (Bella di papà!) Non voleva svegliarmi. Allora accesi la luce e lei, dopo la sorpresa, sorrise e mi disse: “Sono felice papà. Vuoi che ti dica com’è andata?”

E io, tirando via una piccola lacrima di commozione: “Certo tesoro... dimmik!”.

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